Ddl concorrenza: Errico (Fiva Confcommercio), ‘ambulanti stufi, nel limbo da 14 anni’

“Noi siamo sempre stati collaborativi e siamo pronti a modificare il modificabile, però gli ambulanti sono stufi, perché sono 14 anni che ci tengono nel limbo, siamo stanchi”.

Non usa mezzi termini Giacomo Errico, presidente di Fiva Confcommercio, la Federazione Italiana Venditori Ambulanti, all’indomani dei rilievi mossi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulle concessioni degli ambulanti, contenute nel ddl Concorrenza. Il Colle, nel firmare la legge, ha evidenziato delle perplessità sulle nuove norme in merito all’articolo 11, che
contiene “l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo”.

“Sto cercando di capire a cosa si riferisce Mattarella perché nel decreto la parola proroga non appare da nessun parte, con tutto il rispetto dovuto al presidente della Repubblica – dice Errico all’AdnKronos -. Parlano di proroghe ma nell’articolo 1 del ddl Concorrenza la parola proroga non esiste da nessuna parte. L’unico riferimento che sono riuscito a trovare è nel comma 4bis. Dice che se i Comuni non fanno i bandi sono automaticamente rinnovate le concessioni per dodici anni. Fosse questo, è una nota opinabile. Ma la interpretano come proroga? Non lo so. Abbiamo contattato il Sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy, Massimo Bitonci, per capirne di più”.

Questa legge, rimarca Errico, “come ho letto in un articolo dello stesso Bitonci su un quotidiano, ha avuto l’avallo della UE e di tutta la Commissione parlamentare quindi attendiamo di capire” quali sono i rilievi di Mattarella. “Quando avremo capito ci catapulteremo al Ministero per mettere eventuali correttivi ma bisogna darsi una mossa, perché siamo in regime di prorogatio
da 14 anni e stiamo morendo”. Errico si dice d’accordo con il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha garantito di non voler “svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani”. “Salvini dice il vero. Sa quanto abbiamo patito per avere questa legge. Basta diventare strumento di battaglie politiche”. Errico si dice infine pronto “a sedersi al tavolo e a collaborare” per eventuali modifiche, a patto che “nessuno si metta in testa di togliere il lavoro agli ambulanti, che hanno fatto investimenti”. L’unica preghiera che rivolge alle Istituzioni è di lasciarli lavorare “e non essere oggetto di dispute di nessuno, politici e partiti. Abbiamo perso 32mila imprese in otto anni, abbiamo bisogno di sostentare le nostre famiglie con il lavoro. Chi ci toglie il lavoro – assicura Errico – avrà lunghe notti insonni”.

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