Calo delle presenze. Vernazzani: “Troppe strutture senza partita Iva”

Sensibile calo della domanda. Aumento delle offerte. Difficoltà a essere competitivi. Non è tra le migliori l’attuale situazione in cui versa il mondo dell’extra alberghiero. A fronte delle circa 3mila strutture censite adibite a case vacanze senza partita Iva si è verificato un sensibile calo delle presenze. A confermarlo è Riccardo Vernazzani, Presidente Extralberghiero Confcommercio Imprese per l’Italia La Spezia. «Rispetto a prima c’è meno richiesta. Ci sono state settimane in cui le camere sono rimaste vuote. Fino allo scorso anno le prenotazioni arrivavano anche il giorno stesso e il telefono squillava in continuazione. Ora, se hai una camera libera, difficilmente riesci a occuparla. Purtroppo in giro si trovano camere a prezzi stracciati. Chi non ha partita Iva può permettersi di applicare tariffe decisamente inferiori alle nostre e per noi essere competitivi diventa davvero impossibile. Si trovano stanze anche sotto i 20-30 euro a notte. Cifre che non ci basterebbero nemmeno per abbattere i costi. Chi gestisce queste case vacanza non è un abusivo – precisa Vernazzani -. Queste persone svolgono il proprio lavoro regolarmente. Tra l’altro è così facile mettersi in regola che sarebbe folle non farlo. Nel palazzo dove ho aperto la mia casa vacanza con partita Iva ce ne sono altre tre che affittano il proprio appartamento a uso turistico in maniera strutturale, senza nemmeno l’affissione di una targa e prive di un recapito telefonico. Il mondo del dilettantismo autorizzato opera nel rispetto di normative che definirei ridicole. Questa situazione sta veramente sfuggendo di mano. Oltretutto il danno viene anche fatto alla città in quanto molte di queste persone operano senza avere idea di cosa si stia facendo, senza professionalità. O comunque non è possibile verificarla in quanto tutto si basa solo ed esclusivamente su un autocertificazione del proprietario. L’immagine perdente è quindi anche quella della città. Auspichiamo che la normativa possa essere rivista e sollecitiamo Comuni e Regione affinché si riesca a restringere questo mercato non lasciando completa libertà di movimento ai privati non sempre all’altezza».