Lotta agli abusivismi

L’abusivismo commerciale su aree pubbliche, segmento particolarmente visibile di un abusivismo più ampio e circostanziato e che chiama in causa contraffazione, pirateria, sommerso e altro ancora, si sostanzia in una questione di ordine generale che è non solo quella della concorrenza illegale e sleale verso le imprese che contribuiscono a produrre lavoro, ricchezza e occupazione ma anche quella del  danno procurato ad interessi pubblici più generali in termini di evasione fiscale e contributiva.

 

Quello che manca, o che finora è mancato, nell’approccio con questo fenomeno, nonostante i continui e pressanti richiami delle organizzazioni imprenditoriali e di categoria, è una visione d’insieme, una concertazione sulle politiche di prevenzione, una consapevolezza del rischio che corre l’economia delle imprese, una conoscenza aggiornata del fenomeno, che non è più quello di alcuni anni fa. Manca, in sostanza, la convinzione condivisa che questi temi sono diverse facce dello stesso fenomeno, un vero e proprio mercato border line

 

Ma la questione dell’abusivismo tocca anche un punto importante della vita delle città, l’aspetto legato ai problemi della sicurezza e dell’ordine pubblico e non solo in termini teorici ma pratici, perché l’effettuazione dei controlli costa alla collettività in termini di costo del personale impiegato e delle attrezzature.

 

Nessuno si illude che il fenomeno dell’abusivismo possa essere azzerato. E’ invece possibile ridurlo a dimensioni sopportabili. Interessa soprattutto che le Istituzioni diano precisi segnali di voler contrastare l’illegalità attraverso

  • norme legislative, prevedendo lo snellimento delle modalità per il sequestro delle merci ed il loro successivo deposito e prevedendo, in caso di recidiva dell’attività abusiva, il ritiro del permesso di soggiorno per gli extracomunitari;
  • norme ordinamentali più stringenti e puntuali, anche di carattere fiscale, in materia di esercizio dell’attività commerciale in forma non professionale da parte di hobbysti e altri soggetti non commercianti;
  • modalità di intervento operativo dei controlli, attraverso una maggior collaborazione fra la Polizia Municipale e le Forze dell’Ordine (CC, PS, GF) nella consapevolezza delle diverse normative che presiedono ai diversi aspetti interessati dal fenomeno (legislazione commerciale, sulla contraffazione, sui diritti d’autore ma anche legislazione di P.S. e sull’immigrazione);
  • campagne di educazione che mirino ad informare il consumatore non solo sui rischi di un acquisto incauto, non protetto e senza possibilità di risalire alla fonte di produzione ma anche e soprattutto sui danni che tali acquisti producono al sistema economico nazionale.