L’ingrosso al tempo di Internet. Anche la spezzina Canese presene al convegno ‘Strategia ingrosso 2020’

Lunedì scorso a Bologna nella sede di Ascom Bologna, anche la spezzina Sabrina Canese, presidente di Assofermet Ferramenta, ha partecipato al convegno “Strategia ingrosso 2020”, organizzato da Confcommercio nazionale alla presenza del presidente Sangalli.

Il convegno, voluto da Confcommercio con l’obiettivo di farlo diventare un appuntamento costante di monitoraggio, ha analizzato il mondo della vendita all’ingrosso nell’era di internet e delle opportunità / minacce  che la rete può  avere anche in questo ambito. Tra i relatori accademici e tecnici sulle strategie d’impresa e digitale si sono avvicendati anche due case History e tra le 180.000 aziende di grossisti in Italia, uno dei due casi portati all’attenzione è stato quello di un grossista di Ferramenta  del nord est.

«L’idea del grossista è a mio avviso molto interessante – ha detto Sabrina – ovvero  formare attraverso un tecnico della rete e delle vendite on line, i suoi clienti  rivenditori attraverso corsi specialisti che hanno portato alcuni di loro ad aumentare la revenue e hanno consentito al grossista  di posizionarsi maggiormente come partner strategico, aumentando anche la possibilità di vendere prodotti ulteriori rispetto a quelli abitualmente forniti ai clienti».

Nonostante negli ultimi 10 anni si sia assistita ad una contrazione del numero del grossisti che nei soli ultimi 4 anni sono diminuiti del 7% quasi 12.000 unità, il grossismo tiene per i numerosi servizi oltre alla vendita che ognuno di noi fa, per la morfologia italiana, per la capillarità dei piccoli negozi. Chiaramente negli anni si è assistito alla diminuzione del numero dei negozi con l’inevitabile diminuzione anche del numero dei grossisti. Secondo il prof Ravazzoni le chiavi per competere e resistere sono : adattabilità, rapidità, flessibilità, semplicità, oltre ad aggregazione sotto forma di Gruppi/ consorzi/ associazioni.

«Nel mio intervento – continua Sabrina Canese – ho chiesto ai relatori di ipotizzare un futuro da qui ai prossimi 5 anni, perché oggi quello che è stato evidenziato nel convegno rappresenta più o meno la quotidianità delle nostre imprese di grossisti ( almeno settore ferramenta)  ed è riconosciuto da Confcommercio il lavoro avanzato che l’associazione Assofermet, quasi unica se parliamo di grossisti in generale, fa attraverso Gfk, Cerved con l’analisi dei dati di mercato e iniziative e corsi per aiutare il retail. Certo è che senza il famoso piano di rigenerazione urbana enunciato anche dal Presidente Sangalli che veda il negozio, non più da solo ad agire il cambiamento, ma sia inserito in un ragionamento complessivo con il ruolo del grossista come centrocampista tra produzione, rivendita ed abilitatore  logistico, con un forte ruolo decisorio rispetto alle scelte di politica ambientale con  il passaggio delle città in Smart City, il numero dei grossisti sarà destinato a diminuire. Forse una soluzione è quella dell’altra case History Accessori on line, raccontata nella mattinata il cui fatturato di crescita deriva però per il 60% da Amazon. Forse il futuro ci vedrà Amazon ed Alibaba Centrici senza soluzione, con una concentrazione di lavoro in mano di pochissimi.

Alla domanda se sia possibile una strategia che ci veda uniti come grossisti in una piattaforma italiana, la risposta dei relatori è stata un secco no.

Ma forse se riuscissimo a prendere maggior consapevolezza dei rischi che corriamo,  se decidessimo di reagire e guardare alle opportunità che dialogando di più potremmo avere, magari l’arco temporale di 5 anni potrebbe ancora vederci in piedi. E se penso al concetto di trasformazione digitale come “trasformazione di senso”, tanto cara al Prof Epifani che nel suo ultimo libro parla di Sostenibilità digitale intendendo il digitale come un’opportunità di crescita economico ed ambientale che faciliti e migliori la società, penso che la strada che noi stiamo facendo in alcuni casi e che nello specifico del digitale ha fatto il grossista della case history, sia quella più sostenibile e giusta, perché se i grossisti puntano ad essere il riferimento strategico delle 16.000 ferramenta in Italia e le aiutano a crescere, unitamente agli stimoli che possono venire dalle Associazioni territoriali e da quelle nazionali come indicatori di rotta, tutelando la tenuta di una ricchezza tutta italiana fatta di economia anche diffusa, forse avremo ancora qualche spazio di azione. Questo non vuol dire non approcciarci al digitale, il digitale è un abilitatore logistico e un’opportunità di crescita non solo come canale di vendita ma di trasferimento di contenuti ed informazioni, processi, marketing, strategia.

Il futuro è in mano alla nostra capacità di visione e sistema che persegua interessi diffusi e non di pochi, che veda insieme imprese, territori, associazioni nella sfida di una trasformazione digitale che ci aiuti a migliorare la qualità della vita. Sono tante le attività da fare , prima fra tutte il lavoro sulle competenze che aiutino ad agire il digitale ed a fare crescere alcune imprese e   la consapevolezza da parte di tutti delle difficoltà di adattamento del negozio di vicinato  che da solo, senza attività delle amministrazione, associazioni, programmi di rigenerazione, infrastrutture, non potrà sopravvivere», ha concluso.

 

 

 

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