Stop ai sacchetti di plastica anche per il reparto ortofrutticolo. Da gennaio 2018 devono essere biodegradabili

Oltre ai sacchetti di plastica utilizzati per la spesa, già vietati nel 2011, presto dovremo dire addio anche a quelli per la frutta e la verdura, alle ‘sportine’ che contengono l’incarto con carne e pesce e ai sacchetti bucati per il pane. Insomma, saranno banditi tutti quei sacchetti e borse ultraleggeri utilizzati per i prodotti ‘sfusi’ acquistabili al supermercato. Una decisione che si è resa necessaria poiché lo standard UNI CEN richiede una percentuale crescente di carbonio biobased: almeno il 40 per cento dal 1 gennaio 2018, il 50 dal 2020 e non inferiore al 60 dal 2021.

A deciderlo è l’articolo 9-bis del decreto sulle “disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, convertito in legge nell’agosto del 2017, che stabilisce che dal mese di gennaio del 2018 “possono essere commercializzate esclusivamente le borse biodegradabili e compostabili e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 40 per cento”.

Gli stessi sacchetti dovranno essere ceduti a pagamento e il prezzo di vendita per singola unità dovrà risultare nello scontrino fiscale.

Le sanzioni, in caso di violazione di queste norme sono pesantissime: da 2.500 a 25.000 euro.

Un emendamento alla legge di Stabilità, sollecitato dalla Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione (FIDA), che modificava il regime sanzionatorio riducendo a 50 euro la multa in caso di mancata indicazione dell’importo del sacchetto sullo scontrino fiscale, è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto estraneo ai contenuti della manovra.

L’Associazione Assiobioplastiche ha quindi chiesto dei chiarimenti all’Ufficio legislativo del ministero dell’Ambiente, al fine di definire il campo attuativo della norma. «Tra i sacchetti di plastica ultraleggeri – ha precisato l’Ufficio legislativo del ministero dell’Ambiente -, le norme valgono per tutte le borse utilizzate a fini di igiene o per alimenti sfusi, poiché né la direttiva 2015/720, né la legge nazionale di recepimento (art. 9 bis d.l. Mezzogiorno n. 91/2017 di modifica del Testo Unico Ambientale), limitano il campo di applicazione delle norme sulle borse ultraleggere usate nei reparti ortofrutta. La normativa non prevede nessuna esenzione».

Nei prossimi giorni all’interno degli uffici della Confcommercio spezzina, in Via Fontevivo, saranno a disposizione delle aziende associate dei cartelli informativi destinati a informare la clientela. Per ulteriori chiarimenti potete contattare Lorenzo Servadei alla mail servadei@confcommerciolaspezia.it

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